Articolo dedicato principalmente per chi è già a conoscenza dei principi fondamentali dello Shiatsu.

Non mi inoltrerò quindi nella descrizione di questa antica arte. E nemmeno nei suoi meccanismi che qui connetterò al Tatto Interno.

Premetto che il mio interesse alle dinamiche fisico-energetiche del corpo parte proprio dallo Shiatsu, più di vent’anni fa. Nasco professionalmente come operatore (tutt’ora il mio principale lavoro) e successivamente divento insegnante della Shiatsu ShinTai School.

Dopo aver completato il corso triennale mi sono immerso con interesse nello studio dello ShinTai. Ho approfondito in modo particolare il lavoro sulle fasce, che nel tempo ha portato la mia idea di salute e benessere a connettersi con molti aspetti quali la percezione, il movimento e il processo creativo.

Quest’ultimo ha creato diversi ponti con altri miei interessi, in particolar modo la danza e la musica. Parole quali “improvvisazione” e “intuizione” cominciavano a intersecarsi con parole come “benessere” e “guarigione”. E tutte passavano concretamente attraverso il corpo fisico.

Tatto interno

Il bagaglio di informazioni che la curiosità digeriva e sperimentava mi ha portato a definire alcune dinamiche che ho sintetizzato nel “Tatto Interno”.

Non è semplice descrivere cos’è il Tatto Interno in quanto basato su un sistema assolutamente soggettivo quale la “percezione”. In questa tecnica il principio di autoguarigione imprime, attraverso la fascia, un movimento rigeneratore al corpo. Riconoscere e definire in termini di qualità e direzione questo impulso richiede una percezione che può essere allenata attraverso specifici esercizi.

Volendo ridurre il concetto si potrebbe dire che il corpo, in determinate condizioni di “intenzione e percezione”, sa esattamente come muoversi per ricreare benessere ed equilibrio. Ovviamente non sempre siamo nelle giuste condizioni e spesso il movimento spontaneo non fa altro che ricadere in movimenti ripetitivi e meccanismi inconsci che non stimolano cambiamento.

Prima di presentare una visione integrata di queste due tecniche vorrei elencarvi alcuni degli argomenti trattati nel Tatto Interno che possono essere molto utili ad una buona pratica Shiatsu.

Premetto che ci sono molte altre tecniche che lavorano in modo costruttivo sugli argomenti elencati di seguito.

Percezione

La più grande libertà è l’obbedienza a se stessi.

Un capitolo che spesso gli studenti (e non solo) di Shiatsu sono portati a studiare con non poche difficoltà e perplessità.
Kyo e Jitsu, Yin e Yang, i Meridiani ed in generale la sensazione energetica di un corpo fisico richiede molto esercizio e messa in gioco. Il Tatto Interno ha molti strumenti utili per rendere più concreto questo studio.

La consapevolezza che la percezione è un traduttore soggettivo (sappiamo che operatori diversi possono avere diversi risultati da una stessa diagnosi di Hara.) spesso ci spiazza e ci porta necessariamente a creare il nostro codice di interpretazione. Nessuno è sprovvisto di percezione, si tratta solo di riconoscere quale é il nostro personale modo di codificare le informazioni e quindi strutturare questo magnifico vocabolario sempre in evoluzione.

Si tratta in fondo di un grosso lavoro di responsabilità e fiducia in se stessi.

La paura di sbagliare o di non essere capaci crea tensione e limita la capacità percettiva.

Presenza, attenzione, ascolto

L’attenzione è un tocco, l’ascolto una delle sue forme.

Tre parole che si potrebbero racchiudere nel “qui ed ora” e che di per sé sono già nutrimento. Senza entrare nel dettaglio del loro enorme valore è molto interessante valutare come queste attività variano mentre siamo in azione. E’ relativamente semplice ascoltare o prestare attenzione in uno stato di immobilità, ma quando entriamo in movimento, per eseguire una tecnica o una pressione, queste antenne restringono il loro campo di ricezione, ci distraiamo e sentiamo meno la condizione del nostro corpo (rischiando tensioni) e quello del nostro ricevente sotto le mani. Trovare un equilibrio tra ascoltare e fare è essenziale per mantenere una connessione con il nostro compagno e avere quindi un feedback che ci aiuti a capire il risultato delle nostre azioni.

Essere ricettivi mentre siamo in movimento è un modo per accordarsi alla continua variabilità a cui tutti gli esseri sono sottoposti, è un modo per risuonare con il cambiamento sempre in atto che vorremmo durante la nostra pratica.

L’attenzione in particolar modo può essere un ottimo veicolo per l’intuizione. Possiamo portare attenzione oppure osservare da cosa è attratta. La comunicazione tra operatore e ricevente, oltre che basata sui sistemi di valutazione tipici dello shiatsu, può così avvalersi di  un’ulteriore componente di informazioni che potrebbero risultarci utili.

Essere consapevoli di cosa attira la nostra attenzione richiede presenza ed ascolto.

L’attenzione è un occhio di bue manovrato dalla percezione.

Empatia

Meraviglioso effetto collaterale dell’ascolto è l’empatia, che nel Tatto Interno viene esercitato attraverso la risonanza. Esercizi che possono aiutarci a capire come connetterci agli altri in modo da vibrare (permettetemi questo termine) in modo simile e facilitare lo scambio di informazioni.

Non c’è un praticante che insegue un ricevente e neanche il contrario, c’è una comprensione che facilita il lavoro di entrambi.

Intenzione

Masunaga stesso riferisce che spesso un trattamento eseguito da un principiante risulta più efficace di uno fatto da un professionista perché frutto di una buona intenzione.

L’intenzione si muove a diversi livelli ed ha una connessione diretta con la fascia, uno dei tessuti più profondi del corpo.
Realizzare a livello esperienziale che questo ciò è reale ci rende più coscienti del suo potere e non ci mette nelle condizioni di doverci semplicemente credere per fede.

L’intenzione quindi è un catalizzatore che permette di aumentare il risultato di un trattamento.

L’intenzione proietta una sorta di ombra del movimento che siamo in procinto di fare, apre un canale preferenziale. Ricalcando quest’ombra con un movimento reale manifestiamo la nostra coerenza corpo/mente. Ci rende più precisi, forti e rilassati.

Creatività nello shiatsu

L’essere umano è un distillato di creatività, perché non dovrebbe esserlo anche un trattamento Shiatsu? Senza perdere una base ben strutturata dei principi e delle tecniche possiamo adattarci al processo in atto variando, adattando e lasciandoci guidare da ciò che sentiamo.

Definire “ciò che sentiamo” è un processo simile a quello su descritto della percezione. Il Tatto Interno traduce il sentire in movimento per trasformarlo in una azione diretta tramite un impulso di movimento.

Con un buon radicamento saremo sempre pronti a tornare alla struttura nel caso dovessimo perderci.

La connessione di creatività, intuizione ed improvvisazione al processo di guarigione è uno dei punti focali del Tatto Interno e di uno Shiatsu gratificante.

La guarigione è un processo creativo, a tratti anche estetico e poetico. Una performance interiore dedicata a noi stessi.

In sintesi una tecnica integrata

Da quando ho elaborato il Tatto Interno (2004) la mia pratica Shiatsu si è arricchita fino ad arrivare a trattare alcuni riceventi (sempre meno tali) in una sessione dinamica (situazione che mi ero già trovato ad affrontare trattando i bambini).

Come dicevo, il sistema di autoguarigione può imprimere, attraverso il tessuto fasciale, un movimento al corpo. In questi gesti spesso la persona esprime i suoi bisogni, non di rado stira meridiani o mobilizza articolazioni.

Anche dal punto di vista dell’osservazione è molto più facile capire la condizione di un corpo in movimento piuttosto che nella sua staticità. In sintesi, durante una pratica del Tatto Interno la persona non solo rilascia le sue tensioni ma comunica anche esternamente la sua condizione e i suoi bisogni.

Il risultato è una sorta di trattamento Shiatsu dinamico, dove il movimento diventa al tempo stesso rigenerazione e comunicazione.

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